Con una velocità quasi disarmante ci ritroviamo nuovamente a festeggiare il Natale, ma la sensazione è che quest’anno le cose saranno diverse per molti…
Ho deciso di scrivere quest’articolo per condividere alcune idee su come passare il Natale in convivialità e allegria, ma allo stesso tempo su come mantenere le buone abitudini culinarie vegane, per far sì che i giorni di festa siano un insieme di gioia e rispetto per noi stessi.
Qui sotto troverai 8 consigli per organizzare al meglio le tue feste da vegan e potrai scaricare subito il menù natalizio vegano completo…
Natale vegan si può?
“Sono vegan, ma a Natale non posso proprio chiedere ai miei invitati di rinunciare al cotechino e ai formaggi, temo proprio che dovrò adattarmi per questa volta..”
Questo è la frase che più ci siamo sentiti ripetere durante il periodo natalizio. E’ inutile nascondere la testa sotto la sabbia, per chi sceglie uno stile di vita più salutare come quello vegano o vegetariano, i momenti di festa e convivialità possono rappresentare un problema..
Infatti dobbiamo far fronte al fatto che non tutti i nostri amici e parenti hanno fatto la nostra scelta e seguono abitudini completamente diverse dalle nostre.
C’è una bella notizia però: un Natale vegan è possibile, e se imparerai a preparare gustose ricette con semplici ingredienti vegetali con i consigli di questo articolo (e come quelle che puoi trovare nel corso di cucina vegana di MetodoAlkaDetox.com), ti stupirai di come le persone apprezzeranno i tuoi capolavori e addirittura potrebbe essere un’occasione di scambio “pacifico” di idee e di far avvicinare i tuoi amici e parenti al mondo della vera alimentazione naturale.
La convivialità e la scelta vegan
Come naturopati e vegan chef noi di Nutrizione Superiore neanche per un attimo abbiamo pensato che la scelta di passare ad un’alimentazione naturale debba essere vista come privazione o rinuncia.
Il Natale è vissuto dalla nostra cultura come un momento di festa e tale deve rimanere.
La convivialità è un elemento importante del nostro essere e non dobbiamo rinunciare a una bella mangiata con gli amici in nome di un ideale troppo rigido.
Ti è mai capitato di uscire a cena con gli amici, di mangiare cibi che di solito ti creerebbero indigestione e sonnolenza, e di ritrovarti alla fine della serata leggero e allegro e spensierato?
Questo è ciò che vuol dire convivialità, spesso la mente libera e serena è una necessità primaria ancora di più che una nutrizione puntigliosa..
Si può seguire uno stile di vita vegetariano, vegano e anche crudista senza però rinunciare alle uscite con gli amici e al divertimento, in ogni cosa bisogna trovare il giusto equilibrio.
La cucina e il Natale
Proprio in questi giorni è importante saper cucinare gustose ricette vegane per Natale.
Arrivando le feste arrivano anche i pranzi,i cenoni, gli aperitivi, ecc..
Mai come adesso le nostre doti culinarie come vegan chef sono messe alla prova e si presenta oltretutto l’occasione per sfoderare quegli assi nella manica per stupire gli amici con super ricette dal sapore stimolante ed equilibrato.
Dopo diverso tempo nel campo dell’alimentazione vegana abbiamo scoperto la parte più importante che ci permette di andare avanti in questo meraviglioso percorso evolutivo: LA CUCINA.
Infatti chiunque voglia passare ad uno stile di vita più sano prima o poi ( di solito molto prima) si deve scontrare con il dilemma di saper preparare piatti deliziosi e appetitosi con i nuovi ingredienti più salutari..
8 consigli per un Natale vegan coi fiocchi
- Fa presente le tue esigenze di rispettare il più possibile un menù a base vegetale;
- se possibile organizza il pranzo a casa tua, se giochi nel tuo territorio sei avvantaggiato;
- mettiti d’accordo con gli invitati e stabilisci con loro un menù equilibrato che vada bene per tutti;
- preparati in anticipo e studia diverse ricette vegetali gustose e sazianti;
- proponi alternative vegetali ( polpette vegetali al posto dell’arrosto; maionese vegana al posto di quella classica; dolci senza burro, ecc)
- non essere troppo rigido/a, un assaggio di formaggio o di uova non può farti male una volta ogni tanto;
- si può accettare un primo o secondo di carne o pesce sulla tavola, ma cercando farlo passare in secondo piano rispetto alle altre portate e solo per chi proprio non ne può fare a meno;
- goditi il pranzo o la cena e l’atmosfera leggera e di convivialità ( potresti stupirti di come i tuoi amici apprezzeranno le tue nuove ricette vegan!)
Seguendo questi consigli potrai passare “indenne” le vacanze di Natale senza appesantirti, riuscendo a mantenere linea e salute e allo stesso tempo stupendo i tuoi familiari e i tuoi invitati con ricette cruelty free, leggere e molto gustose, cosa chiedere di più?
Ti vedranno sfrecciare il 26 dicembre oppure il 1 gennaio pieno/a di energia, non avendo dovuto impiegare tutte le tue energie per digerire il cenone della sera prima.. Non male vero? 😀
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ciao Domenico,
mi sento di dover contestare il punto 6 dei tuoi 8 consigli.
Tu dici “non essere troppo rigido/a, un assaggio di formaggio o di uova non può farti male una volta ogni tanto”.
Può anche essere vero che una volta tanto mangiare proteine di origine animale non influisce pesantemente sulla salute ma non dovremmo dimenticare che la scelta vegan è anche una scelta di natura filosofica e non solo una scelta salutare.
Purtroppo non sempre gli altri capiscono questa nostra scelta e finiscono col viverla come un’esuberanza, forse addirittura come un capriccio.
Quella che proponi come un’eccezzione finirebbe con l’essere vista banalmente come incoerenza e non come un sacrificio fatto in nome della convivialità. Appurato che la nostra non è una regola ferrea non avrebbero più alcun riguardo per le nostre scelte etiche.
Essere coerenti con le proprie scelte, soprattutto se dettate da principi morali imprescindibili come la scelta di non uccidere o schiavizzare gli animali, non ha niente a che fare con l’essere rigidi. E’ questo che contesto nel tuo articolo, ma questo non vuole essere un attacco, piuttosto vorrei che fosse uno spunto di conversazione dal momento che la questione sollevata è spesso oggetto di discussione tra vegani e non.
Ciao Danilo, nessun problema, sono sempre ben accette le discussioni.. Come dici tu siamo consapevoli di quanta sofferenza ai nostri fratelli animali arrechi la produzione in massa di latticini e formaggi, ma il focus di questo articolo è sulle feste e su come affrontare il pranzo di Natale con armonia e gioia.
Ho scritto il post apposta, in quanto moltissime persone vegan si trovano ad affrontare difficoltà coi proprio familiari a causa delle loro scelte etiche e salutistiche, ci siamo passati anche noi.
L’obiettivo dovrebbe essere sempre quello di unire e non di dividere, così, se per Natale con i parenti, ho notato che se non ti opponi con tutte le forze ad una torta con le uova si crea un ambiente migliore e, anzi, c’è maggiore rispetto per la propria elasticità.
Con una posizione più elastica e di dialogo, e senza forzare e senza voler imporre le mie idee, ora quasi tutti i componenti della mia famiglia sono come minimo vegetariani…
Vero!
In linea di principio sono d’accordo con Danilo: e aggiungo anche che ogni volta che mi trovo ad assaggiare un piatto non vegan è una ferita al cuore.
Non succede più da molto tempo adesso, ma ti faccio un esempio.
Una collega festeggia il compleanno e prepara dei biscotti che porta in ufficio, fatti con il burro.
La prima volta ho rifiutato spiegando le motivazioni ed il mio gesto è stato vissuto come un attacco, quasi un’offesa. E le mie motivazioni sono state isolate e rimaste inascoltate.
Mesi dopo si ripete una situazione simile… non sono biscotti ma altri salatini con uova e prosciutto.
Ne accetto uno (senza prosciutto) sottolineando che mi faceva piacere festeggiare e avrei fatto un’eccezione più unica che rara, ma sottolineo di nuovo le mie argomentazioni e assaggiando do dei consigli alla festeggiata su come ottenere un risultato analogo (con il tempo ho imparato a non usare mai termini come ‘identico’ :P) senza alimenti animali.
Questo – questa volta – ha scatenato la curiosità e da allora si è aperta una competizione di ricette creative senza uso di alimenti animali… non sempre ci riescono, burro e miele in particolare sono duri a morire, però l’impegno è ammirevole.
Io mi sono fatto del male violando la coerenza della mia scelta, però credo che – e dopotutto è comprensibilissimo se ci pensi – se non avessi assaggiato non avrei avuto voce in capitolo per dare un suggerimento.
Non posso sapere se sarebbe andata nello stesso modo se non mi fossi forzato di fare un passo (e mi è costato tanto) verso il dialogo.
Magari è stato un sacrificio inutile, però ha funzionato e voglio credere che il motivo sia stato anche nel mio atteggiamento che è sembrato più dialogante e meno ostruttivo.
Inoltre devo dire che – essendo stato molto chiaro sui motivi e sull’eccezionalità del gesto – nessuno ha usato la mia incoerenza contro di me.
Ciao Carlo, molto bene, il tuo atteggiamento sicuro e al tempo stesso dialogante è stato d’esempio alle altre persone… Anche io durante il quotidiano consumo sempre alimenti vegetali e amici e conoscenti lo sanno bene.
Inoltre come dici tu un atteggiamento non di sfida ma di dialogo è sicuramente il migliore da adottare per evitare una chiusura dell’altra parte. Di solito la ramanzina su questo fà male, quello fà male, ecc non fà altro che irrigidire ancora di più le persone.
Comunque per quanto riguarda le eccezioni saltuarie in casi di convivialità ho notato che non sono vissute dagli altri con disprezzo, ma anzi, come una qualità di flessibilità.
Un caro saluto
o_O ragazzi ma scherziamo vero? non posso credere a quello che ho letto..per il piacere di festeggiare un po’ di formaggio o uova non può far male? certo che fa male, e sappiamo benissimo a chi..ma poi, a parte le motivazioni etiche, con che coraggio? io solo a sentire l’odore di certi cibi ho la nausea..non ho parole..incuriosire la gente sul tema veg mangiando roba non veg mi sembra assurdo..piuttosto preparare qualcosa da mangiare noi, quello avrebbe senso..mah, sono allibita. flessibilità? o_O stiamo mettendo davanti alla morte e allo sfruttamento di miliardi di animali la nostra voglia di “convivialità”..non è quello che fanno gli onnivori e che contestiamo da sempre? io piuttosto me ne sto a casa mia.
Cara Valentina, non credo proprio che per un pezzo di formaggio nascosto su un cibo che mangi con la tua famiglia a Natale tu possa creare tutta questa sofferenza… Bisogna accettare che viviamo in un mondo che è tutt’altro che perfetto. Io e Irina siamo i primi a portare avanti valori di rispetto per tutte le creature ed eticità. Credo comunque che la rabbia e l’intransigenza siano veleni di gran lunga più subdoli che un pezzettino di formaggio…
Domenico, non sono d’accordo con tè pero comunque si ringrazia a tutte le persone che almeno un giorno al mese o alle settimana non mangi carne o latte oppure il miele. Secondo me è vero che non bisogna essere così rigido, io sono rigido perche ci credo veramente a quello per cui lotto tutti i giorni. Pero comunque chi per “consapevolezza” evita un prodotto animale, almeno una volta io le dico grazie, non importa se è un giorno, lo ringrazio comunque. Esiste gente che e vegano solo a casa sua e fuori è omnivoro, anche a quella gente la ringrazio e sempre un danno in meno che si fa. Son sò se riesco a farmi sprimere.
Ciao TopVegan, grazie per il tuo commento, sei stato chiaro! Guarda, voglio chiarire che noi siamo molto rigidi quasi sempre, ci atteniamo ad una nutrizione vegana tendenzialmente crudista e ne ricaviamo salute, forza e spiritualità… Quello che volevo intendere in questo articolo è che lo sgarro del Natale o della Pasqua ( e per sgarro intendo un pezzo di formaggio, mai carne o pesce ) non è la fina del mondo ed è da vedersi come forma di flessibilità.. Gente, noi teniamo alla salute e alla libertà dei fratelli animali quanto voi, sia ben chiaro, solo voglio specificare che neanche ci sentiamo separati da tutto il resto del mondo che ancora mangia carne e schifezze… L’intransigenza e il giudizio creano solo più separazione, il lavoro di noi vegan deve essere quello di portare un bel messaggio con l’esempio, senza però cadere nella rabbia, altrimenti le nostre buone intenzioni vanno a farsi friggere.. Non se se mi sono spiegato!
Un abbraccio
E se le uova della torta provenissero da piccoli allevatori? Esempio, la madre del verduriere sotto casa mia ha le galline, una decina. Quando sono disponibili le compro da loro. Dico disponibili perchè mi è capitato più volte (soprattutto d’inverno) che le galline ne abbiamo fatte poche come è normale e quindi di essere rimasta senza. Stessa cosa per il formaggio, se provenisse da piccoli produttori locali? Lo so è sempre sfruttamento quindi la questione etica rimane. Purtroppo il cambiamento è graduale e già non scegliere prodotti di grandi allevamenti intensivi è un segnale di sensibilità per chi ancora si nutre di cibo di origine animale.
Magari il passo successivo è preparare noi stessi una tortina vegan da portare a queste cene. Al cioccolato, forse? Difficile resistere, anche per i non vegani. E poi stupire un pò tutti con un formaggio crudista. Domenico ha ragione, a muso duro non si ottiene niente e in una fase di transizione come quella che viviamo oggi, molte persone che vorrebbero approcciarsi al vegan non lo fanno perchè la vedono all’inizio come una scelta troppo restrittiva e intransigente. Col tempo potranno sperimentare loro stessi la varietà di questo tipo di dieta. Molti di noi all’inizio erano “onnivori”. Ricordo ancora la difficoltà a rinunciare al prosciutto cotto (era il mio preferito) e poi al burro, soprattutto. Ed ero motivata, ma l’abitudine a un certo gusto è difficile da sradicare. Un passo per volta, creando unione e non divisioni. Ogni persona ha un livello di sensibilità diverso, ma penso che come sono cambiata io possano cambiare tutti.
Ciao Marianna, credo che se si consuma qualche uovo delle proprie galline non ci siano dei danni particolari per l’organismo. Chi fà una scelta vegan fà una scelta anche etica ed elimina anche le uova che sono un alimento troppo ricco di grassi e proteine per l’organismo umano..
Sono d’accordo con te sul fatto che non bisogna essere troppo rigidi con se stessi, soprattutto all’inizio, in fase di transizione.. Comunque vorrei sottolinerae che esistono molte alternative ghiotte e vegetali più sane ed etiche delle uova, basta provare.
Un caro saluto